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Lodevole è la scelta italiana di includere tutti nella stessa scuola, ma a patto che gli insegnanti e, con il loro aiuto, anche i compagni, imparino a comunicare correttamente con gli allievi "speciali". Mettersi nei panni di chi ascolta significa controllare il proprio linguaggio, evitando concetti poco comprensibili per chi è stato deprivato di esperienze visive o uditive o per chi ha un funzionamento peculiare della mente. Metafore, doppi sensi, ironia possono essere fonte di confusione in chi ha una comprensione letterale del linguaggio. Allusioni alla prospettiva o alle varie gradazioni di luce e ombra possono essere poco comprensibili a chi non vede dalla nascita.
Maria Luisa Gargiulo e Alba Arezzo fanno meditare i comunicanti e, in particolare, coloro che hanno un rapporto educativo con persone "speciali", su come comunichiamo e su come dovremmo cambiare il nostro modo di comunicare, mettendoci nei panni di chi ascolta. La mediazione e la riflessione su strumenti adeguati di comunicazione aiutano a una partecipazione consapevole anche i compagni di scuola e non danno delega esclusiva agli insegnanti. A questo fine è dedicato il libro (...)
(...) Questo libro presenta tecniche e indicazioni operative per migliorare la comprensibilità dei testi, attraverso l’analisi di elementi che costituiscono barriere alla comprensione per persone con difficoltà specifiche: disturbi autistici in soggetti ad alto funzionamento; deficit visivo accompagnato da scarsa esperienza concreta; deficit uditivo e difficoltà a decodificare il linguaggio e i suoi significati; difficoltà ad usare e comprendere gli aspetti formali e pragmatici della comunicazione; deficit cognitivo lieve.
Per l’argomento che ne è oggetto, può rivelarsi utile nei contesti educativi e di apprendimento di bambini e ragazzi con bisogni speciali e, particolarmente, in ambiente scolastico. (...)
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